La protezione animali è entrata nella costituzione italiana a inizio anno, ma ulteriori passi in avanti si stanno compiendo in vista della loro tutela.
Al vaglio, in senato, la possibilità di inasprire le pene per chi compie reati contro gli animali.
Quali sono i reati contro gli animali
Sono classificabili come reati contro gli animali le azioni di maltrattamento di ogni forma. Tali azioni vengono punite dal codice penale secondo la gravità del fatto commesso. La legge, quindi, non punisce in modo esclusivo l’uccisione. Può essere perseguito penalmente anche chi, ad esempio, ospita l’animale in un luogo inadatto, angusto e sporco. Oppure chi lo sottopone a sevizie fisiche o fatiche non commisurate alla sua struttura fisica. Il maltrattamento prevede una pena che va dai tre ai diciotto mesi di reclusione più il pagamento di una multa salata. L’uccisione è punita con la reclusione da quattro mesi a due anni, se accertata la volontarietà.
Il principale reato che viene denunciato è quello di bracconaggio e, stando alle ultime stime della LAV, la Lega Anti Vivisezione, in Italia la città ad avere il primato in negativo è Brescia.
L’inasprimento delle pene
Nelle ultime settimane la Commissione Giustizia in Senato sta discutendo sul nodo della protezione animali. Il disegno di legge “Proteggi animali” dei senatori Perilli e Maiorino, articolato su dodici punti, mira a inasprire le pene contro chi commette barbarie nei confronti degli animali.
Tra le istanze più urgenti c’è quella relativa ai bocconi avvelenati. L’avvelenamento è a oggi punito come una contravvenzione e non come un delitto. Se il disegno di legge passasse, diventerebbe a tutti gli effetti un reato punibile penalmente.
I diritti degli animali
Il focus di tutto il disegno è l’attribuzione agli animali di una soggettività giuridica, che porterebbe a misurare le sanzioni in base al tipo di reato. Ciò permetterebbe di formulare pene più severe in favore della protezione degli animali. Grazie all’ottenimento della soggettività giuridica, gli animali, in quanto esseri senzienti, smettono di essere considerati come “cose” e diventano portatori di diritti. Nel concreto, ad esempio, nel caso di uccisione, i limiti di pena verrebbero alzati da un anno fino a cinque anni di reclusione più una multa da cinquemila a cinquantamila euro.
La protezione animali è una questione sempre più discussa e sentita. Nonostante lo scorso anno abbiano fatto registrare una flessione delle denunce di reato, non bisogna abbassare la guardia e continuare a battersi per i diritti degli animali.