L’Isola dei cani è approdato nei migliori cinema italiani e in pochi giorni ha fatto incetta di successi sia di pubblico che di critica. Il film d’animazione stop-motion di Wes Anderson ha aperto la 68esima edizione del Festival di Berlino, dove era stato accolto molto positivamente, tanto da essere premiato con l’Orso d’argento. Una storia di amicizia con una trama divertente ed originale.
La storia è ambientata in un Giappone distopico nel 2037. I protagonisti sono il dodicenne Atari e un gruppo di cani esiliati in un’isola di rifiuti. Atari Kobayashi non riesce ad accettare di separarsi dal suo migliore amico Spots, dopo che, per un decreto esecutivo a causa di un’influenza canina, tutti i cani di Megasaki City vengono mandati in esilio in una vasta discarica chiamata Trash Island.
Atari, intrepido pilota, parte a bordo del suo Junior-Turbo Prop e attraversa il fiume alla ricerca del suo cane da guardia, Spots. Lì, con l’aiuto di un branco di nuovi amici a quattro zampe, inizia un percorso finalizzato alla loro liberazione.
Una storia avvincente, che lascia spazio sia alla comicità che alla riflessione; si affrontano tematiche quali l’abbandono, l’emarginazione e non manca la satira politica. Una pellicola da vedere a tutte le età e che emoziona molto anche negli adulti. Come dice il regista è un po’ una grande dichiarazione d’amore e di riconoscenza verso il miglior amico dell’uomo.
Ci sono diversi aspetti curiosi che caratterizzano l’Isola dei Cani. Il film è influenzato dai lavori di Akira Kurosawa e di Hayao Miyazaki ed è pieno di citazioni e richiami alle loro opere. Inoltre, per realizzare le miniature dei cani Wes Anderson ha utilizzato la pregiata lana di Alpaca; le inquadrature che riproducono il loro punto di vista non contengono il rosso e il verde, perché sono i colori che i cani non vedono!
Non vogliamo svelarvi troppo, L’isola dei cani vi aspetta al cinema. Qualcuno di voi l’ha già visto?
