Cane, vaccini e prevenzione: tutti sanno che è meglio agire prima piuttosto che curare una malattia, soprattutto perché alcune possono portare alla morte dell’animale, preoccupandosi fin da subito per la salute e dell’ igiene del proprio cane. Ma allora quand’ è il momento di andare dal veterinario con il cucciolo? E se invece prendiamo un cane adulto?
L’età in cui è consigliabile fare la prima vaccinazione si aggira attorno ai due mesi, quando cioè un cucciolo ha iniziato lo svezzamento e si trova a vivere esperienze che maggiormente potrebbero esporlo ad agenti infettivi. Bisogna sempre ricordare che la copertura anticorpale solitamente non è completa fino a quando non sono stati eseguiti tutti i necessari richiami, che ricadono dopo 3-4 settimane di intervallo.
Non tutti sanno che i vaccini somministrati sono multivalenti, permettono quindi di immunizzare l’animale per più di un agente infettivo con un’unica iniezione, ma esiste anche la possibilità di suddividere le somministrazioni in base all’età del cane e ad esigenze specifiche. Variazioni temporali nell’esecuzione dei vaccini possono essere fatte ad esempio in base allo stato di salute del cucciolo (è sempre bene vaccinare quando non sono in atto altre patologie rilevanti). Qualora si decidesse, invece, di adottare un soggetto adulto, il ciclo vaccinale può essere tranquillamente iniziato in ritardo.
Vediamo quindi cosa contengono i vaccini maggiormente utilizzati e da quali malattie proteggono.
- Leptospirosi: è provocata da batteri appartenenti al genere Leptospira. Questo agente sopravvive in terreni umidi (meglio in acque stagnanti) con temperature comprese tra 7 e 36 °C, e viene eliminato prevalentemente attraverso le urine di animali infetti (spesso topi). Dopo una settimana circa di incubazione dal momento del contagio, la leptospirosi provoca febbre alta, inappetenza e talvolta vomito, a causa dei danni che esercita su fegato e reni. La Leptospirosi rientra tra le zoonosi, ossia tra le malattie trasmissibili all’uomo.
- Epatite infettiva: è provocata dall’Adenovirus del Cane tipo I (CAdV-1), che si trasmette sia per contatto diretto che indiretto e danneggia prevalentemente il fegato. Le manifestazioni cliniche, più evidenti nei cani giovani, sono abbattimento, depressione, febbre, vomito e diarrea.
- Cimurro: questa malattia è provocata da un virus (Morbillivirus) che colpisce sia i cani che i furetti. La forma classica si manifesta con iniziali sintomi respiratori (tosse e starnuti), ma può evolvere anche come gastroenterite (vomito e diarrea spesso emorragica) e/o come encefalite, anche a distanza di tempo dai primi segni di infezione.
- Parvovirosi o Gastroenterite emorragica del cane: causata da un virus (Parvovirus) in grado di sopravvivere anche per mesi nell’ambiente esterno, caratteristica questa che ne aumenta la pericolosità. Dopo qualche giorno dal contagio si manifestano vomito e diarrea con presenza di sangue. Gli animali colpiti, in relazione al loro stato immunitario, possono morire o guarire molto lentamente.
- Tosse dei canili: è considerata una delle principali malattie infettive nel cane ed è causata da numerosi agenti batterici e virali tra cui Bordetella Bronchiseptica, l’adenovirus tipo 2 e il virus della parainfluenza tipo 2. La tosse dei canili si manifesta con tosse, tonsillite, scolo nasale e congiuntivale e, nei casi più gravi, con febbre, letargia e broncopolmonite. La trasmissione avviene tramite le secrezioni respiratorie eliminate con starnuti e colpi di tosse: è per questo motivo che si diffonde velocemente in ambienti dove più cani si trovano a condividere spazi ristretti, come canili e allevamenti.
- Rabbia: è una malattia virale che colpisce tutti i mammiferi (compreso l’uomo) e che può essere trasmessa attraverso il morso di un animale infetto. La sintomatologia, che può insorgere anche a distanza di parecchio tempo dal morso, è estremamente grave ed evolve rapidamente: appaiono sintomi come alterazioni comportamentali, aumento dell’aggressività, aumento della salivazione, deficit multipli dei nervi cranici, difficoltà deambulatorie. L’esito della malattia, una volta comparsi i sintomi, è quasi sempre fatale. La vaccinazione rappresenta, quindi, il mezzo più efficace per impedire il diffondersi del virus.
- Malattia di Lyme o Borreliosi: è causata da un batterio (Borrelia) che può essere trasmesso al cane esclusivamente dal morso di una zecca infetta. I segni clinici più comuni sono zoppie con gonfiore e dolore in una o più articolazioni, febbre e letargia. La vaccinazione contro la malattia di Lyme è molto discussa, principalmente perché spesso l’infezione decorre in maniera asintomatica.
- Leishmaniosi: di recente è stato formulato un vaccino finalizzato a proteggere i cani dall’infezione causata da Leishmania, un protozoo che viene trasmesso al cane dalla puntura di un flebotomo e che è in grado di provocare una malattia sistemica di difficile diagnosi per la varietà di sintomi che provoca. Nella maggior parte dei cani infetti le prime manifestazioni visibili sono quelle cutanee, con presenza di dermatiti, croste e scaglie e aree alopeciche. Questa malattia ha assunto notevole rilevanza sia perché è trasmissibile all’uomo sia perché si sta estendendo anche in zone dove in passato non veniva riscontrata, probabilmente a causa delle variazioni climatiche in atto e che favoriscono il proliferare del flebotomo vettore.
Nel complesso le linee guida sulle vaccinazioni sono continuamente sottoposte a rivalutazioni da parte degli organi di ricerca, anche in base all’evolversi e al diffondersi degli agenti infettivi presenti nel territorio. Sarà quindi compito del veterinario di fiducia consigliare quali vaccinazioni eseguire sulla base del rischio espositivo, dell’età, dello stato di salute del soggetto, e, non da ultimo, della normativa vigente.
Ringraziamo il medico veterinario dr.ssa Chiara Pellizzari per la collaborazione.