Difficile a credersi, visto che apparentemente fanno una vita da pascià: dormono gran parte della giornata, vivono al calduccio e hanno cibo a disposizione quando vogliono. Eh sì, essere gatto è una gran bella pacchia! Ciò nonostante, a volte anche i nostri mici soffrono di disturbi legati allo stress: approfondiamone allora le cause e le problematiche che ne derivano.
Ebbene sì, il gatto soffre di ansia, proprio come noi, ma per motivi ben diversi. Cercare di comprenderne le fonti, tuttavia, non è compito semplice e, per farlo, bisogna cercare di immedesimarsi nella testa di questi piccoli felini per capirne esigenze e abitudini. Ogni gatto nasce con una peculiare personalità che verrà poi modulata dalle esperienze e dall’apprendimento. Esiste un periodo detto “di socializzazione”, caratterizzato da una particolare fase di sviluppo neurologico, durante il quale ogni gatto impara a riconoscere gli aspetti dell’ambiente circostante che per lui diventeranno normali e che si esaurisce attorno ai tre mesi di vita. E’ perciò probabile che un gatto reagisca con ansia a tutte quelle esperienze che si presenteranno successivamente a questo periodo.
Normalmente i gatti che vivono all’aperto passano circa il 60% del tempo dormendo o riposando; quando svegli si dedicano alla toelettatura, alla caccia e al gioco, e, infine, a nutrirsi solo nel restante 2% del tempo. Quando un gatto viene adottato come animale da compagnia, non sempre riesce a disporre degli spazi a proprio piacimento, soprattutto se si trova a vivere in abitazioni che non permettono un libero accesso all’aperto o che mancano del tutto di ambienti esterni (tipo gli appartamenti) e questo comporta che a volte gli ambienti domestici risultino troppo poco stimolanti. È il proprietario, infatti, a stabilire quelli che saranno i ritmi da seguire, quando somministrare il cibo, quando dedicare le proprie attenzioni al gatto; decide, inoltre, dove sistemare la lettiera e quali saranno i posti nei quali il felino potrà andare a dormire. Tutto questo condiziona, nel bene e nel male, le abitudini del gatto, che non sempre mostra di gradire le nostre scelte, per quanto fatte con le migliori intenzioni.
Un’altra considerazione da fare è che il gatto non sempre è un animale sociale: alcuni di loro, cioè, preferiscono non condividere gli spazi e le ciotole con i loro simili. Sembra, quindi, che i soggetti maggiormente esposti a problemi legati allo stress siano quelli che vivono prevalentemente in ambienti chiusi e in gruppi costituiti da più elementi. I segnali che un gatto manifesta in casi di disagio possono essere più o meno visibili e possono presentarsi anche ad intermittenza: si va dai miagolii eccessivi, alla marcatura con unghie dell’ambiente domestico, alla minzione/defecazione inappropriata, a veri e propri sfoghi di aggressività.
Tralasciando, per quanto ci riguarda, che convivere con un micio stressato può non essere per nulla piacevole, tra miagolii insistenti, mobili rovinati e pulizie impreviste, è tuttavia importante tenere presente che questa condizione è molto destabilizzante per il nostro animale: talvolta lo stress, oltre che dare luogo a comportamenti anomali o eccessivi, predispone a veri e propri problemi fisici, come la cistite idiopatica felina, la lipidosi epatica, la dermatite e l’alopecia da leccamento. Perciò, se sospettate che il vostro gatto sia stressato, nella seconda parte dell’articolo scoprirete quali accorgimenti adottare per alleviare lo stress del vostro amico peloso.
Ringraziamo la veterinaria Chiara Pellizzari per la collaborazione!