Celebriamo la giornata mondiale del gatto rispondendo ad un quesito che i nostri lettori e amanti dei felini ci pongono spesso. Quanto vivono i gatti? Perché si dice che i gatti abbiano sette vite? Scopriamo da dove arriva questa curiosa credenza popolare!
Il gatto è un animale che, fin dall’antichità, ha affascinato gli umani, impressionati dalla sua eleganza e dai suoi “poteri”. Uno di questi è proprio il fatto di avere “tante vite”.
Le capacità straordinarie dei gatti
I gatti hanno delle capacità che pochi altri animali hanno. Non è da tutti, infatti, camminare sugli stretti cordoli dei balconi, eseguire salti da altezze mozzafiato, né appollaiarsi per un riposino sul davanzale del quinto piano.
I gatti si avventurano su tetti, grondaie, cornicioni, alberi, a volte scivolano e cadono, ma spesso senza ferirsi. Nessun patto col diavolo, il gatto per ogni esperienza estrema, potenzialmente mortale, ha la facoltà di rinascere… per sette volte!
Credenza popolare del gatto a sette vite
Nel Medioevo i gatti non erano ben visti, poiché si riteneva fossero animali malvagi, associati al diavolo. Proprio per questo spesso venivano maltrattati e torturati. Ma nonostante la malvagità dell’uomo, questi animali spesso riuscivano a sopravvivere grazie alla loro agilità e capacità di cadere e restare illesi, accrescendo così la convinzione che fossero creature quasi immortali.
Perché la scelta del numero sette?
Il sette non è un numero inventato, ma è stato scelto con un certo criterio essendo esso considerato il numero della perfezione, dell’universalità e dell’equilibrio in molte culture e religioni. Sette è il numero della perfezione nel pensiero di antichi filosofi e matematici, sette sono le note e sette i giorni, così come i mari secondo gli antichi greci.
Tutte queste caratteristiche hanno contribuito a dare al gatto quell’aura di sacralità che noi tutti conosciamo. Per questo si dice che il gatto abbia sette vite.
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