CERVELLO DEL GATTO: COSI’ E’ CAMBIATO CON L’ADDOMESTICAMENTO

I gatti sono animali sfuggenti, eppure, da quando gli umani sono riusciti a conquistare la loro fiducia, qualcosa nel cervello del gatto è cambiato.

L’addomesticamento del gatto ha portato alla riduzione delle dimensioni del suo cervello nel corso degli ultimi 12mila anni.

Il gatto prima dell’addomesticamento

Non è possibile sapere con certezza quando il gatto selvatico abbia subito il processo di domesticazione da parte dell’uomo. Tuttavia studi condotti in materia concordano sul fatto che il gatto domestico sia un incrocio tra il gatto selvatico e il gatto africano e che, quindi, abbia origini africane. Il passaggio dall’una all’altra condizione è avvenuto quando l’uomo ha capito l’importanza del gatto in azioni del quotidiano come la caccia ai topi, veicolo di malattie potenzialmente mortali. In origine il gatto non aveva un cervello molto sviluppato. I primi esemplari di gatto con un grande cervello e molto simili al gatto odierno risalgono a dieci milioni di anni fa.

Com’è il cervello del gatto domestico?

Il cervello del gatto domestico è più piccolo rispetto a quello degli altri mammiferi, ma strutturalmente è come quello umano. Pesa tra i 25 e i 30 grammi ed è lungo 5 centimetri, costituendo circa lo 0,91 % del corpo del gatto. E’ composto dalla corteccia e dai lobi cerebrali.

Il cervello del gatto dopo l’addomesticamento

Uno studio recente condotto dall’Università di Vienna e i National Museums of Scotland e pubblicato su Royal Society Open Science ha dimostrato che il cervello del gatto, negli ultimi 12mila anni, ha subito una riduzione inarrestabile. Lo studio è stato condotto a partire dal confronto tra le dimensioni del cranio del gatto domestico e quelle del gatto selvatico e del gatto selvatico africano. La variazione è direttamente proporzionale a quella del cervello. Il gatto selvatico ha un cranio più grande e ciò significa che ha più materia grigia.

Come ha influito la riduzione delle dimensioni?

La vita domestica ha influenzato lo sviluppo del cervello, più piccolo del 25% rispetto a quello degli animali selvatici. Si eccitano di meno e sono meno soggetti alla paura. Questo è dovuto alla diminuzione delle cellule della cresta neurale, responsabili dell’elaborazione e della risposta alle minacce. A causa dell’addomesticamento, i gatti domestici hanno sviluppato una relazione molto stretta con l’uomo, con conseguente perdita delle caratteristiche dei loro antenati.

Come stimolare il cervello del gatto?

Anche se la riduzione delle dimensioni del cranio non indica un’intelligenza inferiore, i gatti, soprattutto quelli abituati a vivere in casa, hanno bisogno di essere stimolati. I giochi di Ferplast della linea Clever&Happy sono stati pensati per attivare mente e corpo. Twister, ad esempio, studiato per mantenere viva l’attenzione e stimolare la curiosità grazie alle palline che si muovono all’interno dei dischi. Typhon, invece, è il circuito modulare dotato di pallina a LED che si muove nel percorso e incuriosisce l’animale. Oppure Trea, il gioco di abilità per gatti con nascondiglio per crocchette che stimola l’istinto predatore dell’animale e lo obbliga a mangiare più lentamente.

Il cranio del gatto domestico ha dimensioni inferiori rispetto a quello del gatto selvatico. Un cervello più piccolo non implica una diminuzione dell’intelligenza, ma piuttosto un cambiamento nelle abitudini del gatto moderno rispetto al suo antenato.