Vivere con un animale domestico, che si tratti di un cane, un gatto, un coniglio o un criceto, è un’opportunità di crescita notevole per un bambino, ne va della sua educazione e, se da un lato impara a socializzare con altre creature, dall’altro matura sentimenti come l’amore, l’affetto, l’altruismo e apprende gradualmente come prendersi cura di un essere vivente.
Lati positivi del crescere con un animale
Diventare adulto condividendo la propria vita con un animale aiuta il bambino a maturare molto più in fretta e a diventare un uomo migliore, più tollerante e sensibile, consapevole delle diversità; una persona in grado di socializzare e di rispettare gli spazi e le esigenze altrui. I pelosi esprimono il loro amore incondizionato e la loro fedeltà, non con le parole, ma con i gesti, comunicano con gli occhi e con i fatti. Un linguaggio che il bambino sarà in grado di interpretare solo grazie ad una profonda empatia, risorsa che gli tornerà utile nel corso dell’intera vita.
Consigli pratici per insegnare al bambino come curare un animale
Ci sono alcune regole che un genitore deve mettere in pratica se vuole responsabilizzare il figlio nella cura degli animali, del resto è suo il compito di educarlo e spiegargli come è giusto relazionarsi al quattrozampe.
1. DARE IL BUON ESEMPIO
I bambini osservano molto e poi copiano i comportamenti delle persone che hanno intorno. Quindi se vedono il papà o la mamma in atteggiamenti affettuosi con il cane, premurosi di fargli trovare sempre la pappa, puntuali nel portarlo fuori a fare i bisogni, allora anche il piccolo di casa darà per scontato che si tratti di una cosa giusta da fare. Il genitore deve quindi essere un modello educativo anche in questo e non dovrà mai tenere il broncio mentre si appresta a svolgere questi lavoretti.
I genitori devono spiegare ai bambini quali sono le esigenze e le possibili reazioni dell’animale prima di dar loro in mano la gestione reale del peloso. Ci vuole pazienza e dedizione nel far capire al piccolo che se un cane sta dormendo è meglio non disturbarlo altrimenti potrebbe reagire in malo modo, che non è il caso di tirare la coda al gatto finché si sta facendo le unghie o sta mangiando.
Coinvolgere i bambini è molto importante. L’età non conta: anche se si è piccoli è giusto contribuire come si può alla cura dell’animale. Ci sono delle mansioni che anche i più giovani possono fare, ad esempio spazzolare il cane, mettere le crocchette nella ciotola del gatto e poi lavarla, cambiare la sabbia nella gabbia del criceto. Ad ogni età una responsabilità, dai 12 anni in poi dovrebbe essere in grado di badare all’animale in completa autonomia. Finché sono piccini possono stare a guardare, è comunque molto educativo.