Da qualche anno è obbligo di legge inserire il microchip ai cani; per i gatti, invece, lo è soltanto nel caso in cui si debba viaggiare all’estero. L’intento è, in realtà, quello di estendere questa pratica a tutti i mici: se ne sta parlando molto in questi giorni e sembra proprio che anche per loro sarà necessario munirli del chip identificativo.
I gatti sono dei felini dal carattere irrequieto e con un notevole spirito d’intraprendenza: hanno bisogno di muoversi ed esplorare il mondo e spesso, per via di questa loro indole selvaggia, tendono a non fare ritorno a casa per qualche giorno. Munire il nostro micio di microchip risolverebbe moltissime problematiche, perché si tratta come prima cosa di un deterrente all’abbandono dell’animale, e in aggiunta, qualora si verificassero situazioni di furto o smarrimento del peloso, ne garantirebbe un immediato riconoscimento.
Cos’è il microchip? Il microchip è un piccolo dispositivo che viene inserito sottocute senza procurare alcun dolore alla bestiola e, se non riceve impulsi, non emette alcun tipo di onda. Ogni micio a cui viene innestato questo dispositivo, avrà a lui associato un codice identificativo di 15 cifre: le prime tre indicano il suo paese di provenienza, le altre dodici contengono i dati del suo padrone. Quando viene recuperato un gatto, il veterinario con l’apposito strumento è in grado di decifrare questo codice per risalire all’identità del proprietario.
Il microchip può tornare utile anche in altre situazioni: può ad esempio essere associato alle gattaiole di ultima generazione, come alla Swing Microchip di Ferplast. Questa porticina può essere installata nella parte inferiore della porta d’ingresso di vetro o in legno, su un basculante di un garage, o su una parete muraria. La sua particolarità è la speciale antenna che rileva e decodifica il microchip sottocutaneo del nostro peloso consentendo l’apertura della portina al suo avvicinarsi. Grazie al suo fantastico sistema di riconoscimento selettivo, perciò, permette il passaggio controllato dell’animale, evitando che i gatti estranei entrino.
Se in casa ci sono più mici non ci sono problemi, infatti questa gattaiola può memorizzare fino a 32 microchip differenti, basta avvicinare un gatto per volta e premere l’apposito pulsante rosso per salvare il codice. All’ occorrenza, è possibile anche disabilitare il sistema di riconoscimento del gatto e far funzionare la portina in modo tradizionale. È inoltre dotata di un sistema di chiusura a quattro vie, che ci consente di decidere se lasciare al nostro amico a quattro zampe la libertà di entrare e uscire, di uscire o entrare soltanto, o di bloccare la porta. Qualora il nostro gatto non fosse munito di chip, nella confezione vi è in dotazione un pratico collarino con microchip.
E voi cosa ne pensate del microchip, non lo ritenete uno strumento importante per tutelare i nostri amici pelosi?