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PET THERAPY SUL CAMPO: L’INTEGRAZIONE NELLE SCUOLE

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Con Pet Therapy (meglio detta IAA Interventi Assistiti con gli Animali) si intende una disciplina che vuole apportare beneficio in varie situazioni di disagio, psichico o fisico, attraverso una relazione guidata con un animale domestico. Essa si affianca anche ad altre terapie per la cura di disabilità psichiche, come per esempio l’autismo, o fisiche; inoltre, può risultare efficace nella cura dei disturbi dell’apprendimento se accompagnati da ansia o iperattività. Negli ultimi tempi la Pet Therapy è spesso applicata in progetti educativi in ambito scolastico. Abbiamo parlato, allora, con la Presidente dell’Associazione AUREA, per capire come gli animali possano essere impiegati in progetti di integrazione di bambini con disabilità o disturbi comportamentali e di bambini stranieri.

 

AUREA, Associazione per l’Uomo in Relazione all’Animale, opera in questo settore dal 2012, principalmente in ambito educativo in diverse scuole vicentine.

 

Dottoressa Anna, ci spieghi meglio chi siete.

 

Siamo un gruppo di persone accomunate dall’amore per gli animali declinato nell’ambito di varie professionalità: fra noi ci sono psicologi, educatori, veterinari, educatori cinofili, coadiutori, medici. Fanno parte della nostra associazione diverse figure, proprio per supportare i nostri progetti rivolti principalmente alle scuole di diverso ordine e grado.

 

Dottoressa Anna, ci racconti di qualche progetto che avete portato avanti nelle scuole vicentine.

 

Abbiamo portato i nostri progetti in diversi istituti, dagli asili nido alle scuole superiori, perché numerosi studi hanno verificato quanto l’uso della Pet Therapy possa avere effetti positivi in ambito educativo, soprattutto in classi con bambini certificati. Questi bambini spesso rischiano di essere emarginati dal resto del gruppo classe: noi lavoriamo proprio accanto a loro e, attraverso delle attività mirate, coinvolgiamo in piccoli gruppi tutta la classe. I risultati sono rilevanti perché nel giro di poco tempo cambia la percezione da parte del gruppo classe del bambino certificato: attraverso la mediazione del cane, infatti, la classe impara a conoscerlo, a capire che con lui si possono condividere molte attività.

 

Gli animali sono utili solo in progetti di questo tipo?

 

Assolutamente no, si possono impiegare in progetti sulla diversità, per esempio. Il problema dell’integrazione e del rispetto delle altre culture è molto importante di questi tempi: imparare a comunicare e a rispettare un animale che ha un linguaggio diverso dal nostro ci aiuta ad imparare a rispettare chi è “diverso” da noi.

Con gli animali si può lavorare inoltre nelle case di riposo o nei servizi residenziali per disabili.

 

Un cane tra i banchi di scuola è una risorsa solo per gli alunni?

 

No! Tutti gli insegnanti che sono stati coinvolti nei nostri progetti hanno constatato un netto miglioramento del livello di apprendimento e di motivazione della classe. La presenza di un animale diventa uno stimolo per tutti: da una parte gli insegnanti si orientano verso una programmazione più incentrata sul mondo degli animali e sulla natura, dall’altra gli alunni diventano più curiosi e motivati. La classe diventa, così, più coesa e si riscopre la voglia di fare le cose insieme.

 

Come viene preferito un animale rispetto ad un altro?

 

Dipende dagli obiettivi che si devono raggiungere, in genere si abbinano gli animali per somiglianza o contrasto. Ad esempio, con bambini con disturbo di iperattività spesso utilizziamo Cora, questo splendido Bovaro del Bernese: il suo carattere pacifico e i suoi movimenti lenti inducono i bambini iperattivi ad adeguarsi al ritmo dell’animale.

 

Per l’animale questa attività è stressante o la vive come un gioco?

 

Per l’animale non è un gioco, ma non è neppure un lavoro stressante: è un momento in cui mette in pratica gli insegnamenti per cui è stato a lungo formato. Sarebbe come fare un lavoro che ci piace e per cui ci si sente preparati e sapere che, quando si vuole, si può smettere! Per lui è gratificante perché comunque è un’attività che svolge assieme al suo coadiutore che, conoscendolo, sa riconoscere eventuali situazioni di stress. Il cane stesso sa che durante le sedute di Pet Therapy può abbandonare il campo nel momento in cui si sente a disagio: per lui è sempre garantita una vera e propria via di fuga.

 

Ringraziamo ancora Anna Dalle Molle, presidente di Aurea, ma anche le altre socie intervenute: Anna Velo, psicologa, ed Eleonora De Toni, educatrice, per averci aperto le porte dell’associazione di cui fanno parte e per averci raccontato le positive esperienze che si possono vivere grazie ai nostri amici a quattro zampe.

 

 

Se volete avere maggiori informazioni, potete scrivere a info@associazioneaurea.it.

 

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